Domenica 4 settembre, sereno, i soliti 5 Luca, Danzio, Giuliana, Brunino, Mara .Fa freddo a Pecetto alle 8.30 quando prendiamo uno dei 2 tronconi di seggiovia per il Belvedere, da dove iniziamo
il lungo e articolato percorso per il mitico bivacco Marinelli tanto sognato e mai raggiunto. Dopo un tratto di sentiero di mezz'ora ci si immette subito nella lingua inferiore del gigantesco
ghiacciaio del Belvedere, unico dei ghiacciai europei ancora in crescita. Qui senza il sentiero bisogna seguire la traccia di bastoncini arancioni, facendo attenzione a non finire in qualche
buco voragine o crepaccio che si aprono in continuazione, ingoiando la terra e le pietre che ivi ricoprono il ghiaccio.
Attraversato il ghiacciaio, sull'orlo di una gigantesca bocca del ghiacciaio scorgiamo dei palloncini con annessa carta nuziale, come quello che Gianni baffo aveva trovato ai piani di Aleccio. Mi
sa che stavolta gli sposini svizzeri aspetteranno vitam aeternam.
Il percorso si fa scosceso e difficile, attraversiamo un nevaio, poi un lungo tratto di sentiero molto esposto. Mara si affida, seppur in ansia alla guida esperta di Bruno e così giungiamo
stanchi e provati alle 13.20 a quel magnifico nido d'aquila che è il bivacco Marinelli culla dell'alpinismo, sulla terribile est del rosa. Vediamo ancora le scie della caduta, lungo la via
dei francesi degli alpinisti di recente caduti dal colle Gnifetti per l'improvviso cedimento della cornice.
Il tempo cambia il che non ci consente di mangiare ammirando lo stupendo panorama sui ghiacciai Belvedere e delle Locce. Ritorno faticoso, rapida merenda verso le 16. Prima di uscire dal
ghiacciaio inizia a piovere quattro gocce e vento forte, la seggiovia è chiusa, si torna a piedi. Si festeggia a Staffa con birra e cappuccino.